Sono "Le Ferie di Licu" di Vittorio Moroni e "Merica" di Michele Manzolini, entrambi al 25° Sulmona Film Festival Sguardi valtellinesi su storie di emigranti
Due film "valtellinesi" hanno partecipato nei giorni scorsi al 25° Sulmona Film Festival. Due documentari realizzati lontano da Sondrio, dove sono invece nati i registi. Tra Roma e il Bangladesh è ambientato "Le ferie di Licu" di Vittorio Moroni, già uscito nelle sale. L'altro, realizzato tra Veneto e Brasile, è la sorpresa degli ultimi mesi. Si intitola "Merica" e mette a confronto migrazioni di ieri e di oggi, mostra l'Italia che in passato costringeva i propri giovani a partire e oggi non è più accogliente con chi arriva da paesi lontani per lavorare. L'ha realizzato il sondriese Michele Manzolini con due compagni di ventura con i quali ha condiviso sceneggiatura e regia, Federico Ferrone e Francesco Ragazzi. Il film di Moroni la scorsa settimana ha vinto "ex aequo con Notturno bus" di Davide Marengo - il Festival del cinema italiano a Villerupt, nel nord della Francia, al MedFilm e al Festival di migrazioni entrambi a Roma. A Sulmona, dove il concorso è stato vinto dal viaggio attraverso il Brasile di "Onibus" di Augusto Contento (erano in gara anche il successo italiano dell'autunno "La ragazza del lago", il bel "Passaggio della linea" e "Io, l'altro" con Raoul Bova), Moroni ha ottenuto una menzione della giuria presieduta dai registi Saverio Costanzo e Luca Guadagnino. "Merica", 65 minuti di durata, è stato selezionato negli ultimi mesi da una decina di festival italiani. È un viaggio tra i brasiliani di origine italiana, che sono circa 25 milioni. Un lavoro finanziato dalla Regione Veneto (che pare non aver apprezzato troppo il risultato finale che pone troppi interrogativi all'Italia di oggi) girato tra Rio de Janeiro ed Espirito Santo, il luogo dei primi arrivi degli emigranti italiani, a fine '800. Ora là molti conservano una nostalgia della terra d'origine che non conoscono: quel che sanno dell'Italia è ciò che è stato tramandato o che apprendono dalla tv e che spesso è molto distante dall'attualità. Molti sognano di tornare, ma le liste d'attesa sono molto lunghe. Il giovane Thiago ce l'ha fatta, è venuto a Verona con la moglie, ma non si trova bene, troppe difficoltà e vuole tornare a casa. Suo fratello di 17 anni, Felippe, non vede l'ora di diventare maggiorenne, fare il passaporto e partire e non si lascia frenare dalle disillusioni del fratello maggiore. I tre registi vanno a cogliere le storie di altre persone che oltre oceano hanno ereditato la nostalgia della patria lontana. Ma anche i dubbi e le fatiche di chi ha provato a tornare. Perché oggi gli italiani guardano con diffidenza chi torna dopo un secolo con sangue italiano nelle vene ma con abitudini diverse. Così i tre registi sanno cogliere l'Italia odierna in modo profondo e insolito e fanno domande che riguardano tutti. Perché un Paese di emigranti è diventato così chiuso rispetto a chi arriva da fuori? Contano più l'origine e il sangue o il desiderio di vivere e lavorare in un luogo? "Merica" diventa un'occasione di riflessione preziosa e gli italiani del Brasile uno specchio per conoscerci e capirci meglio. Per Manzolini, 27 anni, esperto di cinema brasiliano e curatore del festival di cinema sidamericano "Iberamericana" di Bologna, è la prima regia, ma già è al lavoro su nuovi progetti.
Nicola Falcinella
"La Provincia di Sondrio" 13/11/2007
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